In uno dei commenti ricevuti nei giorni scorsi sono stata invitata a unirmi ad un sito che si chiama Minimalisti. La cosa mi ha fatto piacere (e credo che lo farò) ma mi ha anche un po’ stupita perché non mi sembrava di aver espresso molto questa caratteristica nel mio blog finora. Eppure erano già alcuni giorni che volevo scrivere un post sugli oggetti che mi circondano.
Non sono mai stata minimalista, anzi per carattere tendo ad accumulare perché mi dispiace buttare le cose, anche quando sono vecchie e rovinate. Magari ne compro di nuove perché servono, ma quelle vecchie le tengo lì, come un caro amico che ne ha viste tante assieme a me. E poi accumulo carta, tanta carta: libri, riviste, ma anche ritagli di giornale, fogli volanti, documenti, cartoline, lettere vecchie...
Basti pensare che sono 11 anni che vivo lontano dai miei, ma nel loro appartamento c’è ancora la mia camera di ragazza con molte mie cose ancora lì: dove vivo ora non ho spazio per portarmi tutto, perché nel frattempo ho riempito casa di altro.
Eppure sento la necessità di fare spazio, di creare un po’ di vuoto, di silenzio visivo (oltre che uditivo e perfino “dalle persone”, ma di questo magari ne parlo un’altra volta).
Ho iniziato a rifletterci qualche settimana fa, quando si parlava della previsione di un terremoto devastante a Roma l’11 maggio. Anche se sono molto (a volte troppo) razionale, mi sono fatta prendere un po’ dal timore, i terremoti sono una mia paura fin da piccola. La cosa che mi spaventava di più non era tanto di morire, quanto di perdere in primis mio marito, poi ovviamente di perdere la casa in quanto tale (specie alla vigilia di un altro investimento pesante) ma anche di perdere svariate cose che ho in casa: soprattutto fotografie, ma anche libri, diari della mia adolescenza, e semplici oggetti a cui mi sento legata.
E mi sono detta: sarebbe bello non avere legami così forti con degli oggetti! Vivere senza possedere quasi nulla. Sarebbe davvero una vita libera. Certo non sto parlando di una vita da indigenti, da senzatetto o simili, ma sicuramente di una casa più vuota sì.
Quando ci siamo sposati (pochi mesi fa) e M. è venuto a stare da me, ha portato lo stretto necessario: eppure ho fatto molta fatica a trovare spazio per le sue cose. Abbiamo comprato alcune librerie nuove e si sono subito riempite. Ancora adesso ha molte sue cose (insacchettate o inscatolate) sotto il letto o semplicemente per terra. Anche questa situazione mi sta iniziando a dare un po’ sui nervi, mi sembra sempre che sia tutto precario qui dentro!
Prima del matrimonio avevo colto l’occasione per fare un po’ di ordine nel mio armadio. Risultato: all’interno non mi sembra ci sia molto più spazio di prima, e all’esterno, per terra, ci sono uno scatolone e una grande borsa di carta con dentro vestiti che non metto più e che sono ancora utilizzabili. Sono lì da mesi. Quelli invernali, a fine novembre ho provato a portarli ad un negozietto carino vicino casa che vende vestiti e accessori usati, ma non li ha voluti perché non c’era l’etichetta. Poi li ho portati al Mercatino dell’Usato, un posto meno carino dove mi pareva prendessero di tutto: non li hanno voluti neanche lì perché avevano già molta roba simile.
Mi rimane solo di regalarli a qualche mensa dei poveri, ma alcune cose sono sicura non servano nemmeno a loro. Non è un peccato buttarli? Ma come si fa se non si trova nessuno che li voglia? Uno era perfino un bel completo giacca e gonna comprati per disperazione (non trovavo niente che mi piacesse) per un matrimonio autunnale e che non mi sono più rimessa. Alla fine almeno questo l’ho dato a mia mamma che è venuta a trovarmi, e spero che tra lei, varie zie e amiche, qualcuna che lo voglia ci sia.
Il resto dei vestiti sono ancora nella scatola e nella borsa, per terra, e contribuiscono al senso di precario e di disordine. Proverò a metterli su Ebay...
Nel frattempo che io mi dibatto con questi dilemmi del “devo buttare un po’ di cose e fare spazio”, mia mamma lo scorso weekend, prima di tornare a casa sua, mi ha comprato un tappetino da mettere in cucina davanti al lavello, anche se ne avevo già uno che andava benissimo. Così, perché le piaceva. E io adesso di quello vecchio cosa ne faccio? Mi è sembrato tanto uno spreco, un acquisto inutile… ma con mia mamma è impossibile averla vinta, lei ogni volta che vede un mercatino deve sempre per forza comprare qualcosa, “tanto costa solo 2 euro”… E poi si lamenta che l’armadio della mia (ex) camera a casa loro è ancora pieno di roba mia (perche' ci vuole mettere la sua che straborda dal suo armadio!).
Per non parlare di M. che dopo anni di lavoro freelance con guadagni zero, da relativamente poco tempo ha un contratto a tempo indeterminato e si sta togliendo vari sfizi, per lo più legati alla tecnologia e alla fotografia, oppure alla motocicletta: tutta roba "poco costosa" (ahem...) e "per nulla ingombrante" (ari-ahem...) insomma. Io sto seriamente pensando a buttare roba, e lui ha appena finito di smaltire una lista dei desideri in arretrato di anni!
Mi rendo conto che questo post non sta andando a parare da nessuna parte, ma in questo periodo mi sento davvero così, disordinata, senza un filo conduttore.
Ho bisogno di tempo libero, vuoto, per riposarmi. E poi di altro tempo per sistemare tutto: vestiti, libri, documenti vari, fotografie (ma per quelle non basterebbe un mese intero), le mail che conservo sul sito del provider (ormai sono al 75% di spazio occupato, e non sono mica 200 Kb!) e perfino quelle che ho tenuto in floppy dal lontano 1999, i segnalibri del browser, cazzate lo so ma si affastellano una sull’altra e non mi fanno stare bene.
Sarà anche colpa del fatto che dormo poco in questi giorni? Mi sto già pregustando il ponte del 2-5 giugno che passerò a casa. Credo siano anni che non vado da nessuna parte quando ho più di 2 giorni di fila di vacanza. I viaggi sono un altro dei cardini della mia vita di cui voglio parlare.
Ma adesso è meglio che vada a dormire se no crollo davanti al monitor, e anche voi che leggete (per la noia di questo post!!!)