martedì 12 luglio 2011

CaT di Mammafelice: il tempo per...

Siamo arrivati alla seconda tappa della CaT di Mammafelice. Stavolta si parla di tempo, il tempo che dedichiamo a noi stesse, a quello che vogliamo fare davvero.
Al contrario di molte altre partecipanti io non ho figli, e questo sicuramente mi avvantaggia, ma ho anche un lavoro a tempo pieno e un sacco di interessi che cerco di incastrare nelle mie giornate.
Ci ho pensato un po´ a cosa scrivere in questo post, perche´ in fin dei conti il tempo di fare molte cose ce l´ho. Eppure mi sono accorta che trascuro alcune cose fondamentali.

Desidero il tempo di stare con mio marito, anche solo guardando un film sdraiati sul divano.
Desidero il tempo di uscire con gli amici per berci una birra assieme e chiacchierare, o per andare al cinema, o ad una cena in qualche ristorantino carino.
Desidero il tempo per fare qualche telefonata o scrivere qualche email alle amiche lontane e alla mia famiglia che vive a 500 km da dove vivo io.
E poi desidero il tempo per dormire! Per stare dietro alle mie passioni sacrifico il sonno, ma alla lunga la cosa si fa davvero sentire.

Insomma mi sono accorta che sto seriamente trascurando le relazioni con le persone. Per fare cosa?
Sì perchè il tempo di fare qualcosa, come dicevo, ce l'ho. Dopo il lavoro, oltre alle faccende domestiche che comunque faccio il minimo indispensabile, trovo il tempo di seguire un sacco di forum e di blog su internet, di sistemare qualcuna delle mie migliaia di foto (montagna che ad ogni viaggio aumenta e non riesco a far diminuire), perfino di cazzeggiare giocando a qualche solitario al pc quando non ho proprio voglia di fare niente. E rimango alzata fino all'una di notte per queste cose!! In generale sono cose che mi piace fare, ma mi sono resa conto che ultimamente le sto facendo quasi come un dovere (ehm, a parte il solitario! :P) .
Poi quando non mi va di accendere il pc dopo che ci sono stata davanti tutto il giorno in ufficio, trovo il tempo di leggere, cosa che faccio comunque anche nei ritagli di tempo (mentre faccio colazione da sola, mentre aspetto che bolla l'acqua della pasta, qualche minuto ogni sera prima di addormentarmi...).  Leggere è una delle attività che amo di più e mi rilassa molto, ma lo faccio meno di quanto vorrei.

Insomma si tratta solo di scegliere come usarlo, questo tempo. E trovo abbastanza triste che la sera a casa stiamo io e M. ciascuno davanti al suo pc! Così come mi sembra di essere invecchiata 100 anni rispetto a quando uscivo almeno una volta o due la settimana per vedere gli amici. Cos'è successo alla mia vita sociale?

Me ne sono resa conto solo adesso, grazie a questa riflessione che ci ha proposto Barbara di Mammafelice. Vediamo di mettere a frutto questa consapevolezza, adesso! :-)

8 commenti:

  1. Se commento questo post ti farò arrabbiare e non voglio :-)

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  2. No, in effetti se mi posso permettere un'osservazione, l'unica cosa "brutta" che ho visto nelle tue abitudini (che sono appunto tue e mi dirai che cacchio me ne impiccio!) è quella di stare alla sera ognuno davanti al vs Pc. No no no.Se capita anche a casa mia e me ne accorgo spengo immediatamente e si fa o si parla d'altro !!!!

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  3. Sei proprio messa male (:-))), eppure leggendo le tue sincere righe mi chiedo: ma io che ho tempo in abbondanza, lo butto dalla finestra, faccio mille cose inutili, sport, etc... Io come un miolione di altre persone che abbiamo di più per certi versi, di meno per altri, etc... Ma alla fine, il grado di soddisfazione vitale è così diverso?

    Ovvero, una persona (o tu stessa) che ha tutte le cose che nel post sembrano mancare, sarebbe più felice? O solo più riposata. Indaffarata, alla ricerca di altri da fare. Una persona che ha tempo e soldi è più felice di te? Tu con più tempo e soldi saresti più felice di adesso. Se a questa risposta rispondi sì, è chiaro che ci sono persone più felici di te (io per esempio). Ma è davvero così?

    E se non è così, se anche chi ha più tempo, etc... non è molto più felice di te adesso (così non mi scrivi di nuovo che ti prendo per sfigata!), allora cos'è? Cos'è che frena dall'essere felici subito?

    E la lamentela? E' davvero che mancano tempo e soldi e che non si può scegliere la propria vita (allora chi sceglie è in automatico più felice?). E' la struttura della mente, semplicemente alcuni sono felici e altri no (secrezione ormonale diversa)?

    Non sei sola, sei sposata, ami tuo marito (spero, coi tempi che corrono). Questo dovrebbe renderti MOLTO felice. Molto più di chi è solo. E' così? Sei molto più felice di chi è single? SE no, perchè?

    Non dirmi che mi pongo troppe domande, altrimenti scrivo che ti lamenti troppo.

    Hai un lavoro. Per logica dovresti essere MOLTO più felice di chi lo cerca con stanchezza, tristessa. E' così? SE sì apprezza la tua felicità, se no, perchè? Qual' è il "clic" (sai, io sono fissato col clic) che accende la felicità. La felicità è riposo, energia, voglia di vivere, entusiasmo, (NON LAMENTARSI!) dov'è il clic?

    E soprattutto... Come va la DIETA? ;-)

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  4. Con la dieta sono ferma a -1 kg, per il resto rispondo stasera o magari domani o magari la settimana prossima visto che nel weekend siamo fuori :-)

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  5. Bene grazie :)
    Se non si fosse capito, scrivo abbastanza poco quando sono serena. Qui mi sfogo le volte che sono un po' giu'. E' come una specie di terapia, esprimo tutte le negativita' e cosi' poi sto bene.

    Nonostante quello che puo' sembrare leggendo qualche post qui sul blog, generalmente mi sento serena.
    Amo mio marito e lui ama me, e la cosa mi rende immensamente felice. I momenti che passiamo assieme sono meravigliosi. Incontrarlo e sposarlo e' la cosa piu' bella che potesse capitarmi e sono convinta che la nostra felicita' durera' tutta la vita, dopo 3 anni assieme siamo sempre piu' innamorati ogni momento che passa.

    La lamentela e' un mio modo di essere. "Uffa" e "che palle" sono sempre state fin da bambina le mie parole d'ordine. Nonostante questo sono sempre stata molto serena, non so cosa sia la vera sofferenza e se a volte mi lamento e' solo per "sfogo" di qualche momento di frustrazione. Cose che capitano a tutti credo.

    Quando tuo marito per un mese intero deve andare via per lavoro 4 giorni a settimana e non vi vedete mai e nel weekend avete impegni vari per cui non riesci nemmeno a stare un po' con lui, ci sta che una si sfoghi dicendo che ha voglia di stare con le persone care. E' normale sentirsi stanche se si va a dormire alle 2 e ci si alza alle 7 per giorni e giorni, anche se lo si e' deciso autonomamente. E' normale per me sfogarmi e dire "che palle ho voglia di dormire" anche se so che poi continuero' a fare tardi, perche' ho piu' voglia di starealpc / leggereunlibro / farequellochemiva piuttosto che di dormire. Poi ogni tanto vado a letto alle 10 e recupero. E' normale (per me) che io dica "quest'anno avrei bisogno di una vacanza un po' piu' rilassante" ma poi programmo due settimane tra Moldova, Ucraina e Polonia (si parte tra 10 giorni che bello!) perche' la mia voglia di scoprire posti nuovi e' piu' forte del desiderio di riposo. Poi finira' che al ritorno diro' "sono piu' stanca di prima" ma sono 8 anni ormai che faccio cosi', mai nessuna vacanza solo viaggi pesanti, pieni, bellissimi, e sono contenta cosi'. Stanca ma contenta. Se un giorno sentiro' che non ho piu' voglia di stancarmi mi riposero'.

    Le cose che ho o non ho mi rendono felice? No, non sono le cose a rendermi felice, incluso il tempo. Sono i momenti che vivo. Le emozioni che provo. Pero' le emozioni le provo solo se faccio determinate cose. Di sicuro non mentre vado al lavoro in macchina o mentre sono in ufficio a fare qualcosa che non sento mio ma sento solo come "obbligo". Quando studiavo e passavo un esame con un bel voto ero felice, anche se mentre lo preparavo non avevo nessuna voglia di studiare. Era una cosa che facevo per me stessa, perche' quello che studiavo mi appassionava. Ora no, anche se faccio un buon lavoro e mi viene riconosciuto non me ne frega niente.
    Sono stata immensamente felice alcune volte. Ma non penso di poter essere felice in ogni momento, per me la felicita' significa cuore che salta nel petto.
    Quello che tu Exo chiami felicita' secondo me si chiama serenita'. E io sento di essere serena. (CONTINUA)

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  6. (CONTINUA) Il lavoro? Sono contenta di avere a fine mese uno stipendio che mi viene accreditato sul conto, si'. Questo mi fa essere serena e mi permette di fare fuori dal lavoro alcune cose che mi piacciono sul serio, ad esempio viaggiare.
    Non significa che mi piaccia lavorare. No, non mi piace lavorare, punto. Non mi piace avere delle cose da fare per forza, che sia il lavoro o pulire casa o andare a trovare la vecchia zia che mi sta sulle scatole. Poi sono cose che uno fa, ma non mi rendono felice. Se avessi il vantaggio del lavoro (i soldi) senza lo svantaggio (il tempo che devo impiegare lavorando invece di fare quello che mi va in ciascun istante della mia vita) sarei piu' contenta.
    Chi non ha un lavoro e' ovvio che sia preoccupato, non sa come mangiare, pagare l'affitto o le bollette. Ma sono convinta che sarebbe contento (bada bene, ho detto contento non felice, e' diverso) se avesse tutto pagato e non dovesse nemmeno preoccuparsi di cercarlo, un lavoro.

    La felicita' e' diversa dalla contentezza che e' diversa dalla serenita'. Io sono serena. Sono contenta di alcuni aspetti della mia vita, meno di altri. Sono felice a momenti, quando provo delle emozioni che mi fanno sentire il cuore che si allarga nel petto. Mi e' successo il giorno della laurea, il giorno del matrimonio, mi e' successo spesso in viaggio davanti a una meraviglia della natura, mi succede ogni volta che guardo negli occhi mio marito. E penso in pochi altri monenti della mia vita da adulta. Secondo la mia definizione di felicita', penso di poter dire in base alle mie esperienze passate che le cose che mi rendono felice (al momento, chiaro che da bambina era diverso e da adolescente anche) sono mio marito e viaggiare. E BASTA.

    Tu sei sempre felice Exo?

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  7. Rispondo con sincerità,

    avevo 16 anni quando sono entrato in contatto con una confessione religiosa cattolica, etc, etc.. Bene, mi hanno detto una cosa che ha scolpito la mia vita: "Chi ha dio è felice, chi non ce l'ha 'azzi suoi". E' stato un flash, ho capito subito che era vero, era tutto lì, potevo smettere di cercare e pensare solo ad approfondire.

    Ho 41 anni, ho vissuto molto, in diversi paesi, ho studiato altre religioni, frequentato ambienti di lavoro, spirituali, manageriali, edonistici, solite esperienze che forse tutti fanno. Bene: è tutto lì. "Chi ha Dio è felice". Chi ha dio non vuole altro. dico sul serio, spesso il resto lo annoia. cose per cui la gente darebbe un braccio lo annoiano. Perchè? Perchè non ne ha bisogno. Ciò per cui gli altri lottano e soffrono io l'ho già ottenuto. "Quel" piacere, "quella" felicità, "quel" sogno, "quel" viaggio, tutto ciò che essi potranno derivarne: io ce l'ho già. Magari alla fine Dio queste cose me le regala lo stesso, sono belle sì, ma annoiano, quando tu sperimenti nel tuo cuore quell'armonia, la fusione, la pace, il senso, quando hai la risposta, dentro di te hai i tramonti più belli, le albe più luminose, i mari accoglienti, le vette innvate, ti esplodono dentro.

    Io l'ho ottenuto a 16 anni... Poi ho impiegato molti anni per capire di avere ottenuto! Sì perchè è tutto lì, la distrazione. Se questo mondo di m... riesce a distrarmi sono fregato. Perdo la pace e la felicità. Nasce il dubbio, il rimpianto delle illusioni vuote, la fatica, etc... Appena torno in me, in un battere di ciglia, io torno felice. Ma felice del tipo: basta così, non mi serve altro. Dove sto sto benissimo. Non potrei avere di più. Tocchi la cima in un attimo. Il resto scorre via, non gli presti attenzione, non ha importanza.

    Però devo stare concentrato. Ovvero rilassato ed attento. Se entro in questo stato sono subito felice.

    Considera che ci sono voluti 25 anni di "scuola". Un quarto di secolo. E che basta un niente per perdere tutto. Ma si vive un giorno alla volta.

    Ciao!

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