lunedì 1 agosto 2011

Sentire come normali le cose (i viaggi) che sembravano difficili


Ci sono cose che subito prima di farle ci mettono addosso un po’ di preoccupazione. Ci sembrano difficili o incredibili, irraggiungibili.
Mi e’ successo la prima volta di provare con forza questa sensazione il giorno prima di partire per il mio anno di studi in Giappone. Non era tanto (o non era solo) il fatto di andare a vivere all’estero da sola per un anno. La cosa che piu’ mi sembrava pazzesca era che io in quel momento mi trovavo a casa mia, vicino Venezia, con i miei genitori, e il giorno dopo sarei invece stata a Tokyo. Mi chiedevo: ma davvero domani a quest’ora saro’ dall’altra parte del mondo? Mi sembrava impossibile. Invece ci sono arrivata sul serio, e poi ci ho vissuto un anno, e poi l’anno dopo ci sono anche tornata. Gli orizzonti della mia vita si sono allargati e ora considero “normale” il fatto di volare dall’altro lato del pianeta.

Poi mi e’ successo di nuovo quando ho iniziato a viaggiare da sola per turismo. Volevo la mia liberta’, partire quando volevo, per dove volevo, rimanerci quanto volevo. Pero’ all’inizio avevo un po’ di timore a contattare gente del posto per farmi ospitare, oppure a dormire in ostello assieme a sconosciuti. Ma ho scoperto in fretta che mi piaceva un sacco e non era affatto difficile.

E’ successo ancora quando sono partita da sola per la Patagonia: sull’aereo che mi portava a Buenos Aires mi chiedevo se non fossi stata un po’ troppo incosciente stavolta, a fare un viaggio da sola cosi’ lontano, girando con i bus e programmando anche vari trekking da sola. Al ritorno ero invece entusiasta per essere riuscita a fare tutti i trekking (non ero affatto allenata) e per aver visto dei posti magnifici, e consideravo l’Argentina un paese semplicissimo da girare da soli.

Poi l’estate successiva, prima di partire per quello che (spero per moooooolto tempo) e’ stato il mio ultimo viaggio da sola: andavo in Romania e tutti a mettermi paura, farmi preoccupare... paese pericoloso, ti scippano, ti rapinano, ti puntano coltelli alla gola, ti stuprano. Nonostante fossi tranquilla fino a una settimana prima di partire, dopo aver subito questo lavaggio del cervello gli ultimi giorni mi sentivo un po’ in panico. Per fortuna sono bastati un paio di giorni del viaggio per farmi scoprire un paese ospitale, della gente gentile e dei posti bellissimi.

Anche il viaggio di nozze mi ha dato questa sensazione anche se in modo diverso: e’ stato una crociera di 19 giorni tra isole Falkland, South Georgia e Antartide. Se M. non me l’avesse proposto non ci avrei mai pensato, non perche’ non mi andasse ma proprio perche’ mi pareva impossibile andare in Antartide. Non conoscevo nessuno che ci fosse stato, nemmeno in tutti gli ambienti legati al viaggio che frequento regolarmente. E si’ che ho incontrato gente che e’ stata quasi dappertutto! Ma in Antartide no. 
Costosissimo, per “pochi eletti”, per “esploratori”. Abbiamo deciso di farlo, abbiamo sperato che i regali del matrimonio fossero sufficienti per permetterci la spesa (per fortuna si’!) e abbiamo tremato per mesi pregando che non ci succedesse niente dopo aver pagato TUTTO il viaggio con 90 giorni di anticipo. Siamo partiti pensando che si trattava del “viaggio della vita”, una cosa irripetibile e unica. Ce lo siamo goduto immensamente, e’ stato DAVVERO il viaggio-sogno, quello che tuttora a riguardare le foto mi viene da piangere, altro che Costa Crociere! Ma... ma... non ci sembra piu’ una cosa cosi’ irripetibile. Abbiamo deciso che prima o poi lo rifaremo. L’abbiamo letteralmente adorato e dobbiamo assolutamente tornare in quei posti stupendi. In fondo si tratta “solo” di un po’ (tanti) soldi. Se ci mettiamo d’impegno nel giro di qualche anno (ehm va be’ diciamo un po’ di anni) potremo davvero rifarlo. Sulla nave c’era gente che l’aveva gia’ fatto, e una ragazza che finita la crociera ne aveva prenotata un’altra subito dopo (percorso diverso ovviamente). Insomma non e’ un viaggio per “gente speciale”, e’ fattibile, l’abbiamo fatto e se lo vogliamo davvero lo possiamo rifare. Posso rinunciare a tutto pur di viaggiare.

E’ bellissimo come ogni "ostacolo" conquistato rimane come nostro patrimonio di cose "che sappiamo di poter fare", entra nella nostra “normalita’”, e’ diventato qualcosa alla nostra portata.

Scrivo queste cose perche’ me ne sono resa conto da poco. Ma anche perche’ tra pochi giorni partiamo per il nostro viaggetto estivo in moto, e andremo in paesi che mi mettono un po’ di ansia: la Moldova (oltretutto vorremmo anche entrare nella zona “ribelle” della Transnistria) e l’Ucraina. Conosciamo varie persone che ci sono state senza problemi, al massimo qualche poliziotto che chiede un “regalino” per farti proseguire, o qualche strada piena di buche. Pero’ mi rimane lo stesso questa leggera preoccupazione. Forse se invece che in moto e con 2 costose reflex e relativi obiettivi, stessimo partendo con treni e bus e con una compattina, mi sentirei piu’ tranquilla. In ogni caso spero davvero di tornare con la stessa sensazione di “normalita’” che altri viaggi mi hanno dato.
Comunque sono qui ancora fino a giovedi’. :-)

4 commenti:

  1. Wow...anche io amo viaggiare!
    Il VIAGGIO per me...ha un forte significato!
    E' terapetico.
    Amo partire ma anche tornare...arricchitta e con la voglia di organizzare qualcosa di nuovo!
    Allora...buon viaggio!!!

    Alla prossima!

    Tiziana

    p.s. Grazie mille per il tuo commento ;)

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  2. Si, hai ragione. Ogni viaggio rappresenta una piccola sfida a se stessi e, al ritorno, un altro muro è caduto e possiamo ripartire per superarne uno più alto e ci ritroviamo a ridere delle nostre precedenti paure.
    Buon viaggio in moto: andrà benone!

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  3. Hai visto il film "Hostel" o qualcosa di simile, in cui i turisti venivano tagliati a pezzettini dai maniaci che da ogni parte del mondo arrivavano per poter finalmente soddisfare le loro voglie psicopatiche? C'era uno con una sega elettrica che era uno spettacolo. I giovani arrivavano lì e poi sparivano. Credo sia ambientato nei posti che andrete a visitare.

    Bah, non l'ho visto, non mi piacciono quei film, me l'anno solo raccontato. Però fossi in te mi farei installare un microchip come per i gatti, così se ti perdi ti ritrovano!!!! :-)

    Adesso che hai girato il mondo dimmi: in quali di questi paesi si sta meglio che in Italia? Devo saperlo, a breve qui l'aria potrebbe farsi irrespirabile in termini di crisi e non è detto che non decida di cambiare nazione un'altra volta.

    Ciao!

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  4. @Exo: il film non l'ho visto, e spero non ci serva il microchip! :)
    Alla domanda finale ti rispondo quando torno, che ora siamo in partenza! :)

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